24 Giugno 2015
Che il mondo della moda si contamini con quello del design non è certo una novità. Da Armani a Versace, fino a Hermès, sono tante le maison che si sono dotate di una propria collezione di mobili, sentendo la necessità di proporre alla propria clientela un total lifestyle. Louis Vuitton si muove nella stessa direzione, valorizzando la storia del proprio marchio, nel cui DNA c’è il viaggio nella sua forma più ricercata, il nomadismo come espressione di uno stile di vita elegante e raffinato. Sono passati 160 anni dall’invenzione, per opera di un giovanissimo Louis Vuitton, di quel baule che ha rappresentato la moderna concezione dell’abitare provvisorio: facile da trasportare, con il coperchio piatto, una struttura in pioppo su cui viene incollata una tela grigia completamente impermeabile, angoli rinforzati da una copertura in metallo e, all’interno, ripiani e scomparti per riporre vestiti e articoli vari. L’arte del viaggio è tuttora il filo conduttore della ricerca di LV, anche negli oggetti che l’azienda ha chiesto di realizzare a designer internazionali e che hanno arricchito la collezione di Objets Nomades, formata attualmente da 16 pezzi di design – inclusi gli accessori in materiali preziosi proposti come pezzi unici o prototipi sperimentali. Sono nove le firme che hanno lavorato al progetto quest’anno: Maarten Baas, Fernando & Humberto Campana, Patricia Urquiola, Damien Langlois-Meurinne, Atelier Oï, Nendo, Gwenaël Nicolas, Barber & Osgerby e Raw Edges. Tutti gli oggetti della collezione sono ispirati agli special orders della maison e ai suoi prodotti più iconici: dall’amaca di Atelier Oï alla lampada di Nicolas, dalla seduta pieghevole di Baas al misterioso e colorato Maracatu dei Campana. E tutti sono acquistabili su ordinazione presso le boutique Louis Vuitton, dopo il sold out delle edizioni limitate presentate a Milano durante i giorni dell’ultimo Salone del Mobile, nel suggestivo allestimento a Palazzo Bocconi.