10 Aprile 2017
La BMW M2 Coupé è capace di trasformare, in un attimo, il più noioso dei tragitti in un irresistibile giro in giostra. Secondo molti, è la M definitiva. Compatta, pura dinamite. Difficile trovare un’altra produzione messa a punto dalla divisione sportiva BMW così fruibile e a misura di guida. Che può essere dritta, curvilinea o di traverso. Tre occasioni distinte e separate per altrettanti assi nella manica. Nel primo caso, il tre litri sei cilindri in linea Twin Turbo da 370 cavalli proietta l’erede contemporanea della BMW 2002 Turbo da zero a 100 km/h in 4,5 secondi, e fino a una velocità massima di 270 km/h con una progressione decisa e costante. Quando il tracciato si fa tortuoso, a incantare sono l’agilità nello stretto, la precisione dello sterzo e del cambio a 7 rapporti, la coerenza dinamica e l’inappuntabile equilibrio del telaio. Ma l’aspetto più remunerativo di questo piccolo bolide dalle linee classiche è la facilità con cui riesce a spingersi al limite senza mai superarlo. Una volta disattivato il controllo di trazione – decisione sensata solo tra i cordoli di un circuito – la M2 Coupé diventa campionessa di drifting e motivo di autostima per il pilota grazie alla felice combinazione tra motore anteriore, trazione posteriore e una perfetta distribuzione dei pesi. Riuscire a mantenere il “traverso” ad alte e basse andature, nelle curve strette e in quelle lunghe e veloci tipo la Mare dell’ISAM, circuito dove si è svolta la prova, significa che alla voce handling va riconosciuto il massimo dei voti. Nel contempo, al contrario di molte compatte corsaiole, la M2 riesce a essere precisa e reattiva con leggerezza, senza ricorrere a un assetto troppo rigido né a estremismi nella regolazione di ammortizzatori e sospensioni. Il viaggio dunque non è mai un supplizio e muoversi in città diventa una opzione possibile, mentre spazi, visibilità e comfort di bordo aggiungono punti a una pagella già da dieci e lode per tecnica, sportività ed epica della guida.