7 Giugno 2016
Nel nome di questa McLaren c’è tutta la sua ambizione: 570GT, ossia Gran Turismo. La Casa inglese, che dal 2010 ha intrapreso anche la strada del piccolo costruttore di supercar, ha lanciato il suo primo modello più adatto al viaggio che alla pista, una macchina da sogno attenta al comfort e alle prestazioni. La struttura è la stessa delle sorelle 540C e 570S, con monoscocca in carbonio, il motore è sempre un V8 biturbo e il cambio è identico (a doppia frizione, 7 rapporti). A cambiare sono invece alcuni particolari che la indirizzano verso un pubblico interessato all’utilizzo quotidiano di un bolide a due posti, esclusivo ed elegante. La prima novità è il bagagliaio posteriore da 220 litri, che si aggiunge a quello standard anteriore da 150 litri. Per ricavare questo spazio è stato addirittura modificato il design: l’accesso al vano avviene infatti tramite un portellone in vetro ad apertura laterale, soluzione che ha comportato una coda più filante e che assicura all’abitacolo un flusso costante e abbondante di luce. Le modifiche riguardano anche l’assetto di viaggio, più comodo, grazie alla taratura meno rigida delle sospensioni: meno 15% davanti, meno 10% dietro. Lo sterzo è stato ritarato per risultare meno diretto e per non impegnare troppo durante la guida, per esempio in autostrada, e i pneumatici sono Pirelli P Zero, più idonei alla sigla GT dei P Zero Corsa. Il peso complessivo si mantiene incredibilmente basso, circa 1350 kg (contro i 1311 kg della S), merito del telaio in carbonio, che pesa meno di 80 kg, e dei pannelli della carrozzeria in alluminio. Le prestazioni rimangono quelle di una supercar: da 0 a 100 in 3,4 secondi, velocità massima 328 km/h. L’elettronica di gestione conferisce all’auto anime differenti: stradale pura, oppure sportiva, pronta al giro in pista, grazie alla modalità Track attivabile tramite due switch che gestiscono anche il set up del controllo di stabilità e trazione. Il sound dello scarico è stato abbassato di qualche decibel, ma quello della sorella S è disponibile come optional. McLaren, insomma, non dimentica la sua origine corsaiola, ma riesce comunque a progettare una Gran Turismo di razza: potente, sofisticata e innovativa.