11 Novembre 2016
Eclettico ensemble di alto design, rigore teutonico e teatralità, la nuova R8 Spyder è l’attuale zenith tecnico e il più seducente tra i modelli stradali firmati Audi Sport. Nonché, una delle ultime supercar a cielo aperto con motore aspirato. Un attimo fuggente alimentato da un poderoso 5.2 litri V10 posizionato a pochi centimetri dall’apparato uditivo. E quindi, a ogni accelerazione, la prepotenza del suono s’insinua tra scheletro, tessuti e pensieri stimolando i sensi di chi guida. La colonna sonora, semplicemente epica, viaggia di pari passo con le prestazioni: 318 km/h e da 0 a 100 in 3,6 secondi, anche grazie a un rapporto peso potenza di 3,19 chili a cavallo, frutto di un lavoro di alleggerimento magistrale. Rispetto alla versione precedente, infatti, la R8 Spyder è venticinque chili più leggera, e la leggerezza è ottenuta senza rinunciare a finezze come il sofisticato meccanismo di apertura del tetto, che scompare con garbo sotto un pannello di carbonio. I cavalli sono 540, ottimamente gestiti dall’armonia tra il V10 e il cambio S Tronic a sette rapporti. Inoltre, con quasi l’ottanta per cento della componentistica di derivazione motorsport, gli interventi per incrementare la rigidità e la proverbiale trazione integrale Quattro, la Spyder consente a quasi tutti gli automobilisti di guidare in modo vivace, con disinvoltura e precisione, anche in condizioni difficili (pioggia, umido, asfalti consunti). Guidabilità, qualità dell’abitacolo, design e tecnologia: tutto è perfettamente integrato. “La R8 Spyder è un auto complessa costruita da un gruppo di persone ristretto per una clientela estremamente esigente – rivela Stephan Winkelmann, CEO di Audi Sport –, ma il mondo cambia in fretta e pretende sportive sostenibili. Dovremo decidere se adottare una strategia di evoluzione o rivoluzione”. Questo per dire che la R8, Coupé e Spyder, in futuro potrebbe non prevedere il 5.2 litri V10 aspirato come unico propulsore.