28 Novembre 2013
Una cassa di whisky trasportata alla deriva tra i flutti: questo ricorda il Tabouret che Le Corbusier disegna per il suo Cabanon, un alloggio di soli 15 metri quadrati che si progetterà come personale buen retiro nell’ultimo periodo della sua vita. In realtà, nel semplice volume scatolare c’è molto di più e qui risiede la sintesi della sua idea di attrezzatura per abitare lo spazio. Esso è pura proporzione incentrata sulle tre dimensioni della fisica. A queste corrispondono altrettante funzioni: contenitore, sgabello, modulo-libreria a seconda del lato sul quale viene appoggiato. Determinante è il dettaglio minimo, ma sostanziale, di una fessura da usare come maniglia per maneggiarne di volta in volta la destinazione d’uso più utile. Disegnato nel 1952, ma riproposto da Cassina solo tre anni fa, è la dimostrazione della lungimiranza di questo grande teorico dello spazio abitabile e dell’architettura, capace di essere pioniere della rivalutazione del design anonimo e di inventare il vero complemento minimale nell’estetica e massimale nella funzione. Produzione: Cassina.