21 Novembre 2013
Se non fosse per la sua geometria squadrata, il Cubo di Bruno Munari, progettato nel 1957, si potrebbe definire un vero Uovo di Colombo. Il dato funzionale di partenza cui assolvere è quello di contenere cenere e mozziconi, ma le cose si complicano se si desidera che l’occhio e il naso dell’utente non ne siano investiti. Allora Munari, maestro della semplificazione, pensa a un essenziale cubo in melammina e vi incastra un lamierino di alluminio semplicemente piegato su se stesso. Ciò è sufficiente a far sparire da vista e olfatto i resti del fumo: la forma resta visivamente pulita e anche l’aspetto olfattivo dell’oggetto viene risolto. Perché dietro la semplicità del risultato spesso risiede una grande complessità del progetto. Per svuotarlo, poi, basterà estrarre la parte metallica da quella plastica e reinserirla: il gioco è fatto. A proposito di intelligenza delle piccole cose. Produzione: Danese.