30 Novembre 2015
Un’idea innovativa, una realizzazione adeguata, un buon design, l’armonia tra forma e funzione e il rapporto qualità-prezzo: tanti sono gli elementi che fanno il successo (duraturo) di un prodotto. La pluripremiata lampada da tavolo Tizio li riassume tutti. A realizzarla per Artemide, nel 1972, fu il designer tedesco naturalizzato italiano Richard Sapper, classe 1932, progettista poco prolifico e perfezionista, che forse anche per queste sue caratteristiche ottiene risultati di lunga durata: basti pensare ai prodotti firmati per Brionvega (con Marco Zanuso), al bollitore, alle caffettiere e alle pentole per Alessi. La stessa Tizio non è mai uscita fuori di produzione, ma anzi negli anni si è arricchita di nuove versioni, ed è stata per parecchio tempo al primo posto delle vendite dell’azienda. Il concept è semplice: una lampada da scrivania a luce diretta e concentrata, la cui base non occupi molto spazio, non necessiti di un ancoraggio a morsetto e che sia orientabile e leggera. E la soluzione individuata è ingegnosa: un trasformatore, posto alla base, porta la tensione e alimenta la lampadina attraverso bacchette e bottoni che, oltre ad avere una funzione strutturale, fanno da conduttori di corrente senza i tradizionali fili elettrici. La forma è essenziale: un supporto cilindrico, due contrappesi e una testina-riflettore a doppia parete che ne garantisce il raffreddamento. Dagli anni Settanta ha segnato l’estetica di uffici e appartamenti prestigiosi, e anche quando Artemide ha trovato nella Tolomeo di Michele De Lucchi il suo nuovo best-seller, l’aura iconica di Tizio è rimasta intatta, vera e propria pietra miliare del Made in Italy.