14 Novembre 2013
Una lampada discreta ma presente, con una luce soffusa e morbida. Il materiale di cui è composta si chiama Cocoon e anche l’effetto è quello di un bozzolo, perché produce una luminosità lattiginosa, ovattata. È quel tipo di luce che si ottiene nella tradizione orientale con le lampade in carta di riso. Non a caso, in Oriente, alla luce diretta e violenta che produce ombre nette si preferisce il crepuscolo e la sua eterea non finitezza. Ne parlava Junichiro Tanizaki nel bellissimo Libro d’ombra. Forse la Gatto (anno 1952) è una lampada progettata più per non fare ombre che per generare luce. L’ingombro di questo oggetto è poi proprio quello di un gatto, una presenza che sta lì silenziosa e ci osserva con curiosità. O forse no, non è interessato a noi, lui sta e basta; al massimo si acciambella e fa le fusa. Ma di sicuro è un oggetto che suscita affetto. E di affetto parlavano i fratelli Castiglioni come di una delle tre grandi componenti del loro progetto, insieme al divertimento e alla curiosità. Produzione: Flos.