26 Marzo 2014
“Il mio spremiagrumi non è fatto per spremere limoni, ma per attivare discussioni”. Con questa dichiarazione, Philippe Starck puntualizzava un aspetto sempre esistito nel mondo del design, ma di cui il designer francese è diventato paladino: gli oggetti possiedono funzioni emozionali, non solo pratiche. Non a caso, lo spremiagrumi Juicy Salif (1990) è stato scelto da Donald Norman per esemplificare la sua teoria dell’Emotional Design: una fitta rete di considerazioni su come percepiamo gli oggetti nella nostra vita quotidiana. Scoprendo, tra l’altro, che ciò che può essere considerato un flop a livello prestazionale, assume rilevanza sotto altri aspetti: simbolici, riflessivi, culturali. Tutti elementi del progetto che attecchiscono sul nostro comportamento come e quanto, se non di più, il semplice funzionare. La sua morfologia organica ha spesso evocato un aracnide, anche se la reale ispirazione pare sia stata un calamaro servito all’autore in vacanza. Quale che sia l’animale di riferimento, in molti hanno parlato di “scultura da cucina”. Perché il bisogno di bellezza e di insolito è essenziale al nostro benessere quanto una spremuta vitaminica. Produzione: Alessi.