James Irvine
Un tributo

15 Settembre 2015

Capita raramente che una persona che non hai conosciuto, e che non c’è più, sia ancora così presente tra le maglie di una città veloce e distratta come Milano. La figura di James Irvine non smette di materializzarsi nei discorsi, nei gesti e nei luoghi di chi ha ammirato il suo lavoro di designer e le sue qualità umane e relazionali. La monografia pubblicata da Phaidon traduce perfettamente in parole e immagini il fascino di Irvine e la poderosa rete che seppe costruire a Milano e nel mondo: un intreccio felice e multiforme di intelligenze che ha superato i confini del design, confrontandosi sulle cose della vita. Scorrere queste pagine – accompagnati dagli aneddoti e dalle riflessioni di illustri colleghi e amici di James come Konstantin Grcic, Jasper Morrison, Marc Newson, Michele De Lucchi – significa ripercorrere le tappe di una vita, ma anche affrontare in modo insolito capitoli importanti di storia del design, di cui Milano è stata la culla e James uno dei più abili tessitori. “Figlio” di Sottsass, capace di mettere in relazione aziende come Muji e Thonet, Irvine è stato fedele a uno stile di progettazione rispettoso del potere culturale e sociale degli oggetti, che non ha mai cercato di stravolgere e che invece ha sempre puntato a rimodulare con intelligenza. Questo ritratto a più voci in forma di libro – efficacemente orchestrato da Studio Irvine e Francesca Picchi – viene presentato stasera alla Triennale di Milano, ore 18.30, in compagnia della città che non smette di radunarsi attorno a Irvine e alla sua opera.

Üstra Bus, design di James Irvine per Mercedes Benz, 2000.

Üstra Bus, design di James Irvine per Mercedes Benz, 2000.

S5000, design di James Irvine per Thonet, 2006.

S5000, design di James Irvine per Thonet, 2006.

Flick, design di James Irvine per Magis.

Flick, design di James Irvine per Magis, 1998.

Gina, design di James Irvine per Marsotto Edizioni (2011)

Gina, design di James Irvine per Marsotto Edizioni, 2011.

Dodici, design di James Irvine per Van Esch (2005)

Dodici, design di James Irvine per Van Esch, 2005.

Radar, design di James Irvine per B&B (2001)

Radar, design di James Irvine per B&B, 2001.

Studio Irvine, Photo: Santi Caleca.

Studio Irvine. Foto: Santi Caleca.

Open Chair, design di James Irvine per Alias, 2007.

Open Chair, design di James Irvine per Alias, 2007.

Daisy, design di James Irvine per Danese Milano, 2004.

Daisy, design di James Irvine per Danese Milano, 2004.

James Irvine, aged seven in one of his earliest constructions: a robot. Foto: Alan Irvine.

James Irvine a 7 anni con una delle sue costruzioni: un robot.

James Irvine. Phaidon, 2015.


Valentina Ciuffi

Giornalista, nasce a Bologna nel 1978. Da grande si specializza in semiotica dell’arte e dell’architettura, e scrive di design, spazi urbani, creatività e teatro su numerose riviste italiane e internazionali. Tra le altre: VogueIl Sole 24 OreLa StampaApartamentoD La repubblica delle donneAbitare (di cui è stata redattrice dal 2008 al 2013) e Klat, naturalmente. Nel 2014 apre lo studio Actant Visuelle.


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