30 Aprile 2014
Ce lo diciamo da anni, forse da decenni, che bisognerebbe essere più ecologici nel fare, soprattutto nel rifare, e trovare un modo intelligente per intervenire su ciò che c’è già, migliorandolo o trasformandolo in qualcos’altro. La maggior parte delle volte i risultati prodotti da questa articolata ambizione si traducono in Frankenstein: prodotti non risolti, solo giustapposti. Le volte che l’innesto funziona, invece, è un’epifania dei sensi. Così accade per i tappeti Double Layer di Marcantonio Raimondi Malerba, presentati in felice compagnia nella nuova collezione di Nodus, merito della generosità visionaria dell’imprenditore Andrea Galimberti. Una sorta di open source analogico grazie al quale una serie di tappeti persiani incontra e si sottopone letteralmente a un nuovo decoro contemporaneo, apparentemente inconciliabile. L’incontro è una corrispondenza d’amorosi sensi tra due texture lontane, che così sembrano invece nate per stare insieme.