Tavolo 25, Desalto
Fattorini+Rizzini+Partners

16 Giugno 2014

Lo sanno bene gli ingegneri: unire due punti attraverso un elemento in sospensione, senza che questo fletta, può essere un compito molto complesso. La sua complessità, inoltre, aumenta con la distanza tra i punti medesimi. Il tavolo 25 funziona esattamente come il più ardito tra i ponti infrastrutturali. Fattorini+Rizzini+Partners l’hanno progettato risolvendo una sfida tra le più difficili: mantenere lo stesso spessore minimo di 25 mm, da cui esso prende il nome, per una lunghezza che arriva sino a 3.50 metri. Una “gittata” tra le gambe del tavolo che viene raggiunta grazie a un sofisticato sandwich di materiali altamente performanti, tra cui alluminio e carbonio. La stratificazione e la sinergia tra i materiali creano il magico effetto finale di questo piano che è come un foglio sottile sospeso tra punti di appoggio altrettanto esili e lineari. Prodotto da Desalto e recentemente insignito del Compasso d’Oro, 25 dimostra come la tecnologia più consapevole possa essere gestita con eleganza, senza affidarsi agli esibizionismi muscolari cui a volte ricorre il linguaggio hi-tech.

Tavolo 25, design di Bruno Fattorini & Partners per Desalto. Tavolo 25, design di Bruno Fattorini & Partners per Desalto. Tavolo 25, design di Bruno Fattorini & Partners per Desalto. Tavolo 25, design di Bruno Fattorini & Partners per Desalto. Tavolo 25, design di Bruno Fattorini & Partners per Desalto. Tavolo 25, design di Bruno Fattorini & Partners per Desalto. Tavolo 25, design di Bruno Fattorini & Partners per Desalto. Tavolo 25, design di Bruno Fattorini & Partners per Desalto.


Domitilla Dardi

Indecisa tra la storia dell’arte e quella dell’architettura, incontra alla fine del secolo scorso il design e da allora non lo molla più. Ama avere a che fare con tutto ciò che prevede l’uso di ingredienti, la loro scelta, miscelazione, trasformazione: dalla scrittura alla cucina, dalla maglia al progetto, dai profumi ai colori. È curatore per il design al MAXXI e docente di Storia del Design allo IED.


Lascia un commento