17 Giugno 2015
Per un paese ad alto flusso turistico come l’Italia, i souvenir sono un bel giro d’affari. Ma si tratta perlopiù di brutte copie in miniatura delle icone che appartengono al nostro patrimonio artistico. E il fatto che siano realizzate soprattutto nei paesi con manodopera a basso costo mortifica ulteriormente la tradizione italiana delle arti e dei mestieri. Come fare, quindi, a produrre souvenir in grado di rappresentare degnamente la varietà dei costumi e delle culture regionali? È il quesito che si è posto Alberto Alessi all’alba di Expo Milano 2015. Sono nate così le piccole statuine di porcellana decorate a mano che simboleggiano ciascuna una città o una regione dello stivale, insieme a uno degli ingredienti principali della cucina locale. Tre sono progettate da Antonio Aricò, che ha scelto di raffigurare la Calabria, la Sicilia e Venezia. La statuina calabrese si ispira alla bagnarota, figura femminile rappresentata nella tradizione con un cesto in testa per trasportare il cibo: Calabrisella porta sul capo un grande peperoncino, alimento immancabile nei piatti calabri. Analoga è la statuina della Sicilia, Rosalia la più bella che ci sia, che regge un cesto con la frutta tipica: agrumi, uva e fichi d’india. La veneziana presenta invece colori più freddi, un abito che richiama il fastoso Carnevale e un omaggio, sul capo, all’alimento principe della gastronomia locale: il pesce. Più fumettistiche le due statuine di Massimo Giacon: Lella Mortadella ci porta in Emilia Romagna con una prosperosa e sorridente massaia, mentre Ciro il Pulcinella, evidente riferimento a Napoli, siede a tavola gustando una pizza DOC. Souvenir d’Italie è un progetto sviluppato in collaborazione con LPWK (Laura Polinoro Workshop).