3 Aprile 2017
Sono trent’anni che Raymond Pettibon disegna. Compulsivamente. Si dice che abbia realizzato ventimila disegni unici, oltre a fanzine e video. Ottocento sono adesso in mostra al New Museum di New York (ancora per poco). La sua penna è pop e il tratto echeggia fumetti e satira politica, ed è questa familiarità che ti frega. Senza renderti conto, l’artista ti invita a riconsiderare l’apocalisse come un evento possibile, e i suoi annunciatori sono decine di Bush, supereroi, hippies, santoni, surfisti, Trump e tutte le icone della mitologia americana, zoccolo duro della società di cui anche lui fa parte, rivelate d’un tratto nel loro vulnerabile tallone d’Achille. Per questa mostra, fortemente politica per gli standard del New Museum, sono state digitalizzate tutte le riviste di Pettibon (a partire dalla primissima Captive Chains, del 1978), presentate in un doppio display: originali in vetrina e tutto il resto sfogliabile in comodi tablet. Poi vengono i disegni, dove a urtarci è un’umanità animale, preda di un malcelato desiderio erotico e investigata in tutte le sue sfaccettature: dalle credenze ai sentimenti, dalla morale alla religione. Da un lato all’altro dei tre piani del museo, cronisti senza scrupoli si avventano come avvoltoi su morti e vittime di guerra, Superman è un fascista con l’ossessione del sesso, e la controcultura americana rappresentata dal carismatico guru Charles Manson, attivo a Los Angeles negli anni Sessanta e complice di numerosi omicidi, ha tradito speranza e pensiero utopico. A ogni opera, Pettibon associa un testo, miscela di citazioni letterarie e pensieri propri, e inietta un messaggio tagliente e demistificatorio, sempre ambiguo. Il suo mondo è ellittico: è una distorsione della realtà dove i soggetti ritornano, chiedono attenzione e si contraddicono grottescamente. Ed è qui la forza di Pettibon: la sua arte è bulimica e si alimenta dei due veri pilastri della società occidentale, dubbio e paura.
Raymond Pettibon: A Pen of All Work
A cura di Gary Carrion-Murayari e Massimiliano Gioni
New Museum, New York
8 febbraio – 9 aprile 2017