19 Aprile 2017
È un anno importante il 2017 per David Hockney. Mezzo secolo dopo il suo iconico dipinto The Bigger Splash (1967), che rivoluzionò la relazione tra tempo e spazio pittorico con un tuffo in piscina, l’artista britannico celebra i suoi ottant’anni (è nato il 9 luglio 1937) con una straordinaria mostra alla Tate Britain di Londra, che si sposterà poi al Centre Pompidou di Parigi e al Metropolitan Museum di New York. Prolifico quanto trasgressivo, Hockney irrompe nella scena artistica ancora studente sfidando i canoni della figurazione: reinventa il pop, abbraccia temi scomodi come l’omosessualità negli anni Sessanta, e impone un’inedita formula alla griglia prospettica di stampo rinascimentale. La mostra è cronologica, e offre pittura, disegno, fotografia e video: supporti dove la realtà è appiattita su una superficie astratta, vivace e stilizzata. Con un serbatoio visivo di oggetti del quotidiano, ambienti domestici, donne e uomini, Hockney racconta il secondo dopoguerra delle due maggiori potenze occidentali – Inghilterra e America – tra consumismo, frivolezze, aspirazioni, capitale e media. Una ricerca che negli anni ha abbracciato anche la scrittura, sfociando in pubblicazioni di stampo divulgativo come Una storia delle immagini, uscita da poco in Italia per i tipi di Einaudi. Compilata e condivisa con il critico d’arte Martin Gayford, la storia di Hockney è trasversale, quasi eretica, va dai disegni preistorici delle grotte di Lascaux alle icone virtuali di un iPad, supera i confini tradizionali tra cultura alta e bassa, e individua relazioni inedite tra epoche, luoghi e tecniche espressive differenti, dando vita a una caleidoscopica rappresentazione del mondo.
David Hockney
A cura di Chris Stephens e Andrew Wilson
Tate Britain, Londra
9 febbraio – 29 maggio 2017