11 Maggio 2015
Il limbo tecnologico dell’artista americano Cory Arcangel si è materializzato nella Sala dei Giuristi del più antico palazzo comunale italiano, il Palazzo della Ragione di Bergamo. Deus ex machina di questo incontro paradossale tra affreschi e cultura pop è il curatore della GAMeC, Stefano Raimondi, che ha invitato l’artista a realizzare la sua prima mostra personale nel nostro Paese. A terra, il pavimento è interamente ricoperto da un tappeto multicolore, risultato di una combinazione aleatoria dei gradienti di Photoshop. Un arcobaleno di tubi galleggianti segna il perimetro della sala, e ogni tubo è rivestito di gadget come iPod, collari, manette, accessori sportivi e cerotti ammiccanti al mondo dei cartoni animati. Per Arcangel rappresentano gli stereotipi della nostra società, come gli iconici ritratti fotografici di August Sander quasi cento anni fa. A fare da contrappunto a questa popolazione in polietilene espanso ci sono schermi con immagini e videogame hackerati: da Britney Spears a Super Mario Bros. Personaggi, non persone: amati, dimenticati e nostalgicamente riciclati in tempi non sospetti. Sono i portavoce della società consumistica 2.0, in cui celebrity e commodity sembrano coincidere, il costante upgrade tecnologico anticipa il futuro e Internet conserva il passato, trasformandolo. Cory Arcangel è il demiurgo in chiave pop di questo universo in espansione pieno di zombie e reliquie.
Cory Arcangel, This Is All So Crazy, Everybody Seems So Famous
GAMeC
A cura di Stefano Raimondi
Bergamo
1 aprile > 28 giugno 2015