23 Dicembre 2016
La Passione secondo Carol Rama, alla GAM di Torino, è una mostra bellissima e dovuta, che chiude un tour di quasi duecento opere nei più influenti musei europei, dal MACBA di Barcellona al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. Per certi versi, la retrospettiva è anche un ritorno a casa, nonostante Carol Rama se ne sia andata l’anno scorso, dopo aver vissuto quasi un secolo in questa città, magica e riservata, all’ombra di artisti meno audaci. L’esposizione è ospitata al piano -1 del museo: uno spazio ampio e un po’ nascosto, adatto a raccogliere anatomie misteriose, feticismi, immaginari erotici, subliminali e ironici. Le opere di Carol Rama sono la manifestazione di un “basso materialismo”, citando Bataille, o, come le definì il poeta e amico Eduardo Sanguineti, un’arte sospesa “tra un raffinato brut e un colto naïf”. La GAM ne offre un percorso per stimoli materici, pur riconoscendo tre nuclei principali: gli acquarelli, in cui compaiono serpenti, coppie lesbiche, e riferimenti insolenti – o liberatori? – alla storia dell’arte; i bricolage, o dipinti in rilievo, dove, tra macchie e pennellate, gli oggetti scelti, simboli di rituali segreti, sprofondano nel tessuto della pittura; infine, le gomme, materiale mutante per eccellenza, che si raccontano in molteplici riferimenti al viaggio, al sesso e alla pelle. Carol Rama rompe ogni tabù mostrando senza riserve il sapore di una libertà novecentesca che altri artisti si sono gustati di nascosto: un sapore che per quasi tutta la sua vita ha pagato con l’oblio e il rigetto.
La Passione secondo Carol Rama
A cura di Teresa Grandas, Paul B. Preciado e Anna Musini
GAM, Torino
12 ottobre 2016 – 5 febbraio 2017