31 Ottobre 2013
Alla fine degli anni Sessanta, tre sconosciuti progettisti torinesi (Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro) si presentano ad Aurelio Zanotta, già protagonista del design anticonformista. Portano in spalla un sacco in plastica pieno di palline di polistirolo e lo propongono come “poltrona”. Detto fatto. Azzardo progettuale? Sarà, ma da quel momento si parlerà di sedute e non più di sedie e poltrone. Sacco ripensa la funzione del sedersi senza riferimenti a tipologie tradizionali. È una vera tabula rasa col passato, un taglio radicale (e di Radical Design si parlerà). Il corpo, per la prima volta, ne risulta libero di appoggiarsi, immergersi, sprofondare, e il mitico Fracchia che vi si annoda è il piccolo borghese antico di un mondo in rivoluzione. La “poltrona-fagiolo”, come la chiamano negli States, è la seduta delle nuove generazioni, dei Peanuts di Schulz, dei fan della musica Pop. Colorata, mobile nelle posture e trasportabile nello spazio. Informale, nel senso dei modi che genera, ma anche priva di una forma definita. L’amore del pubblico nel tempo sarà secondo solo alle sue imitazioni. Produzione: Zanotta.

Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro

Primo prototipo di Sacco, 1968.

Poster pubblicitario, 1969.

Aurelio Zanotta, 1970.

Campagna pubblicitaria, Milano, 1970.