Victoria and Albert, Moroso
Ron Arad

28 Novembre 2014

Ron Arad è uno straordinario creatore di forme continue. Lo è fin dai suoi esordi, quando nello studio One Off a Londra assemblava lamiere piegate, saldate e modellate per ottenere figure che ricordavano da vicino il mondo della scultura, ma senza rinunciare a comfort e funzione d’uso. L’incontro con Moroso riesce nella difficile impresa di tradurre quella ricerca in prodotto seriale di alta gamma. La serie Victoria and Albert nasce nel 2000, in omaggio alla retrospettiva del designer israeliano presso lo storico museo londinese, ed è una chiara sintesi del connubio tra arte e tecnica. Che si tratti di un divano sinuoso o di una poltroncina avvolgente, il punto fermo resta la continuità del volume. I materiali, invece, sono tra i più vari: anima di acciaio ricoperta di vetroresina e imbottitura rivestita in tessuto per il divano, che assomiglia a un grande nastro di Möbius. Polietilene per la poltroncina Little Albert, adatta sia per interni che per esterni. L’elemento generatore resta però un segno tracciato senza mai staccare la matita dal foglio. D’altra parte, il simbolo dell’infinito è un otto orizzontale dove non esiste principio né fine, e Arad lo sa bene.

Victoria and Albert, design di Ron Arad per Moroso.

Victoria and Albert, design di Ron Arad per Moroso.

Victoria and Albert, design di Ron Arad per Moroso.

Victoria and Albert, design di Ron Arad per Moroso.

Victoria and Albert, design di Ron Arad per Moroso.

Victoria and Albert, design di Ron Arad per Moroso.

Victoria and Albert, design di Ron Arad per Moroso.

Victoria and Albert, design di Ron Arad per Moroso.

Victoria and Albert, design di Ron Arad per Moroso.


Domitilla Dardi

Indecisa tra la storia dell’arte e quella dell’architettura, incontra alla fine del secolo scorso il design e da allora non lo molla più. Ama avere a che fare con tutto ciò che prevede l’uso di ingredienti, la loro scelta, miscelazione, trasformazione: dalla scrittura alla cucina, dalla maglia al progetto, dai profumi ai colori. È curatore per il design al MAXXI e docente di Storia del Design allo IED.


Lascia un commento