Serial Classic & C.
Fondazione Prada

23 Giugno 2015

Una, cento, mille mostre. Il progetto espositivo della nuova Fondazione Prada è un viaggio nella storia dell’arte: si parte da frammenti di statuaria classica, nasi e dita, per approdare alla scultura recente, con i corpi mutilati di Robert Gober e Louise Bourgeois allestiti nella Casa degli Spiriti, alias l’iconica torre dorata della straordinaria architettura di Rem Koolhaas. Il cuore pulsante del progetto è curato da Salvatore Settis e Anna Anguissola: con un plotone di veneri accovacciate, discoboli e cariatidi di epoca romana e successiva, i due curatori raccontano il meccanismo della riproduzione in serie e il gusto degli antichi per il multiplo. Tutto è racchiuso nel titolo, Serial Classic, che con tocco pop e humour investigativo ammonisce: la serialità tanto in voga nell’arte contemporanea ha radici lontane. Intorno, gli spazi dell’ex distilleria accolgono una parte infinitesimale della super collezione di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli: nell’ala sud il percorso si dipana in modo cronologico attraverso gli acquisti più emblematici della coppia: dalle opere giocose di Pino Pascali ai concetti spaziali di Lucio Fontana. Poi, attraverso una porticina scorrevole, si accede a un hangar pieno di vetture d’artista: quelle della bad girl inglese Sarah Lucas (protagonista del Padiglione Inglese della Biennale di Venezia, ndr) sono incidentate e ricoperte di mozziconi di sigaretta. Nell’ala nord, invece, c’è una mostra che tematizza il corpo: materia, gesto, azione e simbolo in una progressione che va da Robert Rauschenberg a Charles Atlas. Non finisce qui. In cortile, sotto al padiglione cinema, un’installazione di trenta tonnellate di cartone grigio offre il dietro le quinte scultoreo del fotografo Thomas Demand, mentre nell’edificio adiacente un dialogo a tre voci, Trittico, presenta a rotazione alcune opere della collezione. Le prime tre, accomunate da forme minimaliste ed elementi naturali, sono di Pino Pascali, Damien Hirst ed Eva Hesse (fino al 10 gennaio 2016). E questo è solo l’imperdibile inizio.

Serial Classic
Fondazione Prada
A cura di Salvatore Settis e Anna Anguissola
Milano
9 maggio > 24 agosto 2015

Serial Classic, Fondazione Prada

L’Apollo di Kassel. Veduta della mostra Serial Classic, Fondazione Prada Milano, 2015.
Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Serial Classic, Fondazione Prada

Discobolo, veduta della mostra Serial Classic, Fondazione Prada Milano, 2015.
Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Serial Classic, Fondazione Prada

L’atleta di Amelung, veduta della mostra Serial Classic, Fondazione Prada Milano, 2015.
Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Serial Classic, Fondazione Prada

Venere accovacciata, veduta della mostra Serial Classic, Fondazione Prada Milano, 2015.
Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Walter De Maria, Bel Air Trilogy: Circle Rod, Square Rod, Triangle Rod 2000-2011. Veduta della mostra “An Introduction”. Fondazione Prada Milano 2015.

Walter De Maria, Bel Air Trilogy: Circle Rod, Square Rod, Triangle Rod 2000-2011. Veduta della mostra An Introduction, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Veduta dell'istallazione permanente Processo grottesco di Thomas Demand, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Veduta dell’istallazione permanente Processo grottesco di Thomas Demand, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Veduta dell'istallazione permanente Processo grottesco di Thomas Demand, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Veduta dell’istallazione permanente Processo grottesco di Thomas Demand, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Veduta dell'istallazione permanente Processo grottesco di Thomas Demand, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Veduta dell’istallazione permanente Processo grottesco di Thomas Demand, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Damien Hirst, Lost Love, 2000. Veduta progetto Trittico, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Damien Hirst, Lost Love, 2000. Veduta progetto Trittico, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Damien Hirst, Lost Love, 2000. Veduta progetto Trittico, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.

Damien Hirst, Lost Love, 2000. Veduta progetto Trittico, Fondazione Prada Milano, 2015. Photo: Attilio Maranzano. Courtesy: Fondazione Prada.


Sara Dolfi Agostini

Curatrice e giornalista, vive tra l’Italia e gli Stati Uniti, ma spesso cambia rotta per visitare musei, biennali e studi d’artista. Specializzata in arte contemporanea e fotografia, è consulente scientifica della Triennale di Milano. Inoltre, ha co-curato il progetto di arte pubblica ArtLine Milano e scritto il libro Collezionare Fotografia (2010, con Denis Curti). Collabora con Il Sole 24 Ore dal 2008.


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