12 Novembre 2012
Claudio Corallo starebbe bene in un film di Werner Herzog. Nasce a Firenze nel 1951, ma a vent’anni si prende una cotta per l’Africa e cambia geografia. Specializzatosi all’Istituto Agronomico per l’Oltremare, nel 1974 parte per il Congo (a quell’epoca Zaire) nell’ambito di un progetto di cooperazione, e in seguito trova lavoro in una società che commercia caffè. Dopo qualche anno si licenzia e sceglie di diventare produttore in proprio: acquista due piccole e sperdute piantagioni di caffè nel cuore della foresta zairese (per raggiungerle deve percorrere gli ultimi 95 km a piedi), e avvia la sua attività imprenditoriale. Realizza il suo sogno. Nel frattempo lo raggiunge la moglie, nascono i figli Niccolò, Ricciarda e Amedeo, e rimangono in Congo fino al 1993, quando decidono di trasferirsi nell’arcipelago di São Tomé e Príncipe, in pieno Golfo di Guinea, dove acquistano una piantagione di cacao abbandonata. Inizia così una nuova avventura, cominciano a produrre (oltre al caffè) il cacao e il cioccolato. I più buoni del mondo. Un’avventura che continua ancora oggi: fave crude e tostate, massa di cacao purissima, loucuras de café com chocolate, napolitains, barrette. Vere delizie per il palato. Una volta provate, non si torna più indietro.