26 Febbraio 2014
In Atlante delle isole remote, Judith Schalansky illustra e racconta la storia di cinquanta isole molto speciali: si tratta di territori talmente piccoli da essere invisibili anche all’occhio acuto di Google Maps. Hanno nomi incantevoli: Solitudine, un fazzoletto di terra dominato da una stazione meteorologica abbandonata; Floreana, un paradiso nudista fondato da un dentista berlinese negli anni Venti; Pingelap, un atollo “in bianco e nero”, perché i suoi abitanti sono affetti da una malformazione visiva che li priva dei colori. Ma le storie sono moltissime: uno dopo l’altro, sfilano naufragi, ammutinamenti, viaggi tra i ghiacci, contagi, omicidi, stupri rituali, fari abbandonati, paradisi utopici. La narrazione fonde la poesia del ritratto con la cartografia dell’isola, avvolta in un mare color polvere. Il libro è un omaggio all’amore per la conoscenza, quella che spinge gli uomini verso l’ignoto. Imperdibile. Pubblicato da Bompiani.

Isole Antipodi, Nuova Zelanda.

Pagan, Isole Marianne, Stati Uniti.

Saint Paul, Francia.

Isola del Cocco, Costa Rica.

Napuka, Isole della Delusione, Polinesia Francese.

Howland, Isole della Fenice, Stati Uniti.

Norfolk, Australia.

Annobón, Guinea Equatoriale.

Pukapuka, Cookinseln.