1 Ottobre 2014
Nelle sue opere, è impossibile seguire una linea, una scala, uno specchio pensando di andare in una direzione prestabilita: ogni logica è puntualmente disattesa. Maurits Cornelis Escher (1878-1922) apre la strada verso luoghi labirintici, fatti di spazi sospesi e illusioni ottiche, leggi matematiche e spiazzamenti continui. Dentro, ci sono il surrealismo e la sua particolare visione del mondo, che lo ha reso un unicum nella storia dell’arte contemporanea. Ora, una mostra al Chiostro del Bramante ripercorre la sua speciale avventura artistica, concentrandosi in particolare sul soggiorno italiano: dal 1924 al 1935, infatti, Escher è a Roma e si sposta spesso, soprattutto a Sud. Così, i viaggi in Calabria e Sicilia diventano fonte di ispirazione per i suoi lavori. I monumenti, i paesi abbandonati, e soprattutto la natura sono attraversati dal suo sguardo, che li rilegge e li scompone in meravigliosi giochi prospettici.
Maurits Cornelis Escher, Giorno e notte, 1938. Baarn, M.C. Escher Foundation. © 2014 The M.C. Escher Company.
Maurits Cornelis Escher, Vincolo d’unione, 1956. Collezione Federico Giudiceandrea. © 2014 The M.C. Escher Company.
Maurits Cornelis Escher, Occhio, 1946. Collezione privata. © 2014 The M.C. Escher Company.
Maurits Cornelis Escher, Casa di scale (Relatività), 1951. Collezione Federico Giudiceandrea. © 2014 The M.C. Escher Company.
Maurits Cornelis Escher, Cielo e acqua I, 1938. Collezione Federico Giudiceandrea. © 2014 The M.C. Escher Company.
Maurits Cornelis Escher, Altro mondo II, 1947. Collezione privata. © 2014 The M.C. Escher Company.
Maurits Cornelis Escher, Tropea, Calabria, 1931. Collezione Federico Giudiceandrea. © 2014 The M.C. Escher Company.
Maurits Cornelis Escher, Belvedere, maggio 1958. Collezione Federico Giudiceandrea. © 2014 The M.C. Escher Company.
Maurits Cornelis Escher, Buccia, 1955. Collezione Federico Giudiceandrea. © 2014 The M.C. Escher Company.
Maurits Cornelis Escher, Mano con sfera riflettente, 1935. M.C. Escher Foundation. © 2014 The M.C. Escher Company.
Maurits Cornelis Escher, (Tetti di) Siena, 1922. Collezione Federico Giudiceandrea. © 2014 The M.C. Escher Company.