Marina Abramović Institute

23 Aprile 2014

Per iniziare un workshop con lei, occorre sottoscrivere un patto: non si mangia e non si parla per i primi tre giorni. È vietato fumare, svolgere attività sessuale, bere alcolici. Così purificato, il corpo può iniziare a percepire i propri limiti e a superarli. Per Marina Abramović, infatti, la performance è un atto continuo di riconfigurazione di sé. In MAI-Marina Abramović Institute, appena pubblicato da 24 Ore Cultura, la Abramović racconta la sua attività pedagogica: dal 1989, anno in cui si è dichiarata pronta a trasmettere il proprio universo interiore ai suoi studenti, fino alla creazione del MAI, prevista per il 2016. L’istituto sorgerà su un ex-teatro degli anni Venti ad Hudson, New York, e sarà costituito da uno spazio multifunzionale, con sale per la mente, lo spirito, la levitazione, la lettura. Tutte le stanze si affacceranno su una grande sala bianca, dedicata alla performance. Il progetto, affidato allo studio OMA di Rem Koolhaas, punta a integrare il metodo Abramović con l’ambiente circostante. Le visite dureranno almeno sei ore. Per certificarlo, gli spettatori firmeranno un contratto. Una performance nella performance.

Marina Abramović Institute Marina Abramović Institute Marina Abramović Institute

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Marina Abramović by SIAE 2013. Courtesy: Marina Abramović.

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Marina Abramović by SIAE 2013. Courtesy: Marina Abramović.

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Marina Abramović by SIAE 2013. Courtesy: Marina Abramović.

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Marina Abramović. Foto: Laura Ferrari.

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Marina Abramović by SIAE 2013. Courtesy: Marina Abramović.

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