26 Febbraio 2014
In Atlante delle isole remote, Judith Schalansky illustra e racconta la storia di cinquanta isole molto speciali: si tratta di territori talmente piccoli da essere invisibili anche all’occhio acuto di Google Maps. Hanno nomi incantevoli: Solitudine, un fazzoletto di terra dominato da una stazione meteorologica abbandonata; Floreana, un paradiso nudista fondato da un dentista berlinese negli anni Venti; Pingelap, un atollo “in bianco e nero”, perché i suoi abitanti sono affetti da una malformazione visiva che li priva dei colori. Ma le storie sono moltissime: uno dopo l’altro, sfilano naufragi, ammutinamenti, viaggi tra i ghiacci, contagi, omicidi, stupri rituali, fari abbandonati, paradisi utopici. La narrazione fonde la poesia del ritratto con la cartografia dell’isola, avvolta in un mare color polvere. Il libro è un omaggio all’amore per la conoscenza, quella che spinge gli uomini verso l’ignoto. Imperdibile. Pubblicato da Bompiani.