Fuorisalone
Surfph-o-Morph

7 Aprile 2014

Non lasciatevi ingannare dall’immagine spensierata e anticonformista del popolo dei surfer: la forma delle loro tavole è quanto di più tradizionalista si possa immaginare. Fatta eccezione per la personalizzazione con decori e pattern di superficie, le conformazioni delle tavole sono le stesse da decenni. Giulio Iacchetti ha rivisitato la tipologia con l’aiuto di un esperto, Francesco Aldo Fiorentino di Surfer’s Den, ritrovo milanese prediletto dagli amanti delle onde. L’idea di Surfph-o-Morph è quella di seguire la morfologia di grandi pesci e cetacei per garantire una prestazione fluidodinamica ottimale, realizzabile oggi anche grazie alle macchine a controllo numerico. L’analogia di forma con gli animali marini è una logica funzionalista ineccepibile, presente anche nel disegno delle derive che ricalcano le pinne dell’animale di riferimento (squalo, orca, delfino). D’altronde, già alla fine dell’Ottocento il padre del Funzionalismo Horatio Greenough utilizzò la metafora morfologica di barche come pesci per spiegare che la biologia è la base razionale di ogni strutturazione della forma che tenga nel tempo. E ora ai surfisti l’ardua sentenza. Le tavole si potranno vedere al Surfer’s Den, in Piazza Caduti del Lavoro 5, nella serata di sabato 12 aprile, a partire dalle 22.30.

Surfph-o-Morph, design di Giulio Iacchetti Surfph-o-Morph, design di Giulio Iacchetti Surfph-o-Morph, design di Giulio Iacchetti Surfph-o-Morph, design di Giulio Iacchetti Surfph-o-Morph, design di Giulio Iacchetti Surfph-o-Morph, design di Giulio Iacchetti Surfph-o-Morph, design di Giulio Iacchetti Surfph-o-Morph, design di Giulio Iacchetti Surfph-o-Morph, design di Giulio Iacchetti


Domitilla Dardi

Indecisa tra la storia dell’arte e quella dell’architettura, incontra alla fine del secolo scorso il design e da allora non lo molla più. Ama avere a che fare con tutto ciò che prevede l’uso di ingredienti, la loro scelta, miscelazione, trasformazione: dalla scrittura alla cucina, dalla maglia al progetto, dai profumi ai colori. È curatore per il design al MAXXI e docente di Storia del Design allo IED.


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