Biennale di Venezia, Arte 2013
Belgio

18 Settembre 2013

Tu mi rimproveri perché ogni mio racconto ti trasporta nel bel mezzo d’una città senza dirti dello spazio che s’estende tra una città e l’altra: se lo coprano mari, campi di segale, foreste di larici, paludi. Ti risponderò con un racconto.

Italo Calvino, Le città invisibili (IX capitolo: Le città continue, 4)

Il Padiglione del Belgio, quest’anno, presenta una monumentale installazione di Berlinde De Bruyckere, dal titolo Kreupelhout – Cripplewood. Si tratta di un enorme olmo sradicato, nodoso, somigliante a un corpo umano dilaniato, lacerato, sofferente. L’artista ha invitato lo scrittore sudafricano J.M. Coetzee a partecipare alla mostra come curatore e come fonte d’ispirazione. Da questa collaborazione è nato un libro d’artista, che accosta il testo di una novella inedita di Coetzee – The Old Woman and the Cats – alle immagini del lavoro di De Bruyckere. Ho deciso di riproporre questa corrispondenza tra immagini e parole selezionando un estratto del testo, l’incipit della novella…

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2013. Biennale di Venezia. Padiglione Belgio.

Berlinde De Bruyckere, KreupelhoutCripplewood, 2012-2013. © Mirjam Devriendt

Gli riesce difficile accettare che, per avere una normale ancorché indispensabile conversazione con sua madre, si debba fare tutta quella strada, fino a quest’arretrato villaggio dell’altipiano castigliano dove fa sempre freddo, dove per cena ti danno un piatto di fagioli e spinaci, e dove come se non bastasse bisogna essere gentili con quei suoi gatti semiselvatici che si lanciano in tutte le direzioni non appena qualcuno entra nella stanza. Perché, al crepuscolo della vita, non può stabilirsi in un qualche luogo civilizzato? È stato complicato arrivare fin qui, sarà complicato tornare indietro; persino stare qui con lei è più complicato di quanto dovrebbe. Perché tutto quello che tocca sua madre deve diventare così complicato?

I gatti sono ovunque, sono così tanti che sembrano dividersi e moltiplicarsi davanti ai suoi occhi come amebe. E poi quell’uomo inspiegabile nella cucina al piano di sotto, che siede in silenzio chino sulla sua ciotola di fagioli. Cosa ci fa un estraneo in casa di sua madre?

Non gli piacciono i fagioli, gli faranno venire aria in pancia. Mangiare come i contadini spagnoli del diciannovesimo secolo solo perché ci si trova in Spagna gli sembra pura ostentazione. 

I gatti, cui non è ancora stato dato da mangiare e che di certo non sopportano i fagioli, sono tutti attorno ai piedi di sua madre, a contorcersi e allisciarsi per attirarne l’attenzione. Se fosse casa sua, li sbatterebbe tutti fuori. Ma ovviamente questa non è casa sua, lui è solo un ospite, e deve comportarsi educatamente, anche con i gatti.

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2013. Biennale di Venezia. Padiglione Belgio.

Berlinde De Bruyckere, KreupelhoutCripplewood, 2012-2013. © Mirjam Devriendt

“Quello è un birbante impertinente”, osserva indicandolo, 

“quello là, con il segno bianco sulla faccia”.

“Strettamente parlando”, dice sua madre, “i gatti non hanno la faccia”.

I gatti non hanno la faccia. Si è reso ridicolo un’altra volta?

“Voglio dire quello con la macchia bianca attorno all’occhio”, si corregge.

“Gli uccelli non hanno la faccia”, dice sua madre. “I pesci non hanno la faccia. Perché dovrebbero averla i gatti? Le uniche creature dotate di faccia sono gli esseri umani. Le nostre facce sono la dimostrazione che siamo umani.”

Certamente. Ora capisce. Ha commesso un errore lessicale. Se gli esseri umani hanno i piedi, gli animali hanno le zampe; se gli esseri umani hanno il naso, gli animali hanno il grugno. Ma se solo gli esseri umani hanno la faccia, allora con che cosa, attraverso cosa, gli animali si affacciano al mondo? Lineamenti anteriori? Forse che un’espressione del genere avrebbe soddisfatto la passione di sua madre per la precisione?

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2013. Biennale di Venezia. Padiglione Belgio.

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2012-2013. © Mirjam Devriendt

“Un gatto ha un aspetto, un aspetto fisico, ma non una faccia”, dice sua madre. “Anche noi non veniamo al mondo con una faccia. Una faccia deve essere persuasa a uscire da noi, come il fuoco viene persuaso a uscire dal carbone. Io la tua faccia l’ho persuasa a venir fuori, fuori dalle tue profondità. Ricordo come mi piegavo su di te e ti soffiavo sopra, giorno dopo giorno, finché tu, l’essere che chiamavo tu, figlio mio, cominciasti a emergere. Era come richiamare un’anima.”

Poi tace. […]

J.M. Coetzee, La vecchia e i gatti [trad. Federico Florian]

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2013. Biennale di Venezia. Padiglione Belgio.

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2012-2013. © Mirjam Devriendt

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2013. Biennale di Venezia. Padiglione Belgio.

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2012-2013. © Mirjam Devriendt

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2013. Biennale di Venezia. Padiglione Belgio.

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2012-2013. © Mirjam Devriendt

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2013. Biennale di Venezia. Padiglione Belgio.

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2012-2013. © Mirjam Devriendt

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2013. Biennale di Venezia. Padiglione Belgio.

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2012-2013. © Mirjam Devriendt

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2013. Biennale di Venezia. Padiglione Belgio.

Berlinde De Bruyckere, Kreupelhout – Cripplewood, 2012-2013. © Mirjam Devriendt

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Federico Florian

Storico dell’arte e aspirante scrittore, vive a Milano e ha un debole per l’arte contemporanea. Collabora con Arte e Critica e altre testate. Violinista e instancabile viaggiatore, ama la buona letteratura. Sogna una critica d’arte agile e fresca, e aspetta di scrivere il romanzo perfetto.


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