Stanze (e filosofia)
Triennale, Milano

22 Luglio 2016

A trent’anni esatti da quella mostra spartiacque che fu Il progetto domestico (1986), la Triennale di Milano torna a indagare l’architettura d’interni con Stanze. Altre filosofie dell’abitare, curata da Beppe Finessi. Undici ambienti ideati da altrettanti autori offrono lo spunto per andare alla radice della cultura dell’abitare in senso antropologico, lavorando su spazi, temi e tipologie di intervento. Finessi allestisce innanzitutto una “grande enciclopedia tridimensionale” che raccoglie le fotografie, i modelli e i disegni di progetti che raccontano la storia dell’architettura d’interni del Novecento. Un viaggio nel tempo da cui si accede alle scenografiche micro-dimore che si succedono lungo la cosiddetta Curva, accompagnate da testi letterari di riferimento selezionati dal filosofo Francesco Cataluccio. Il percorso è studiato per sorprendere, tramite l’accostamento di visioni contrastanti. Così, dopo la stanza minimale di Elisabetta Terragni, troviamo Ursus, l’opera di Duilio Forte che vuole farci vivere un’esperienza abitativa all’interno di una struttura zoomorfa: la testa-ingresso è una sauna, il corpo su due livelli ha uno spazio per la convivialità, mentre da una delle zampe si può uscire sulla pancia, sentendosi parte della natura. Ancora diverso è l’approccio di Manolo De Giorgi, che dà vita a un ambiente fluido e continuo, libero dalla rigida suddivisione in stanze funzionali. Dopo Andrea Anastasio, Laudani & Romanelli, Lazzarini Pickering, Francesco Librizzi, Fabio Novembre e Carlo Ratti Associati si arriva al gran finale, affidato a due maestri riconosciuti e antitetici come Alessandro Mendini e Umberto Riva. Il primo, con il tocco ironico e autobiografico che lo contraddistingue, propone una “stanza introversa, uno spazio mentale invalicabile, la cella di isolamento di un Alcatraz romantico e privilegiato”, nella quale sta scontando un ergastolo per “reato di ornamento”; il secondo costruisce invece il proprio Cabanon, il rifugio ideato da Le Corbusier in Costa Azzurra nel 1952, come esercizio per riflettere sulla dimensione essenziale per l’uomo.

Stanze. Altre filosofie dell’abitare
A cura di Beppe Finessi
Triennale, Milano
2 aprile – 12 settembre 2016

Fabio Novembre ha dato alla sua stanza “Intro” esternamente la forma di uovo – un elemento che ha sempre affascinato l’uomo e che è stato associata all’idea di perfezione – e internamente quella di una testa.

Fabio Novembre ha dato alla sua stanza “Intro” esternamente la forma di uovo – un elemento che ha sempre affascinato l’uomo e che è stato associata all’idea di perfezione – e internamente quella di una testa.

L’interno dell’uovo-testa progettato da Fabio Novembre.

L’interno dell’uovo-testa progettato da Fabio Novembre.

“In prospettiva”, di Elisabetta Terragni, è un parallelepipedo piuttosto chiuso dove gli spazi si nascondono e si deformano leggermente secondo due prospettive. È una riflessione sulla possibilità di percepire lo spazio secondo parametri differenti.

“In prospettiva”, di Elisabetta Terragni, è un parallelepipedo piuttosto chiuso dove gli spazi si nascondono e si deformano leggermente secondo due prospettive. È una riflessione sulla possibilità di percepire lo spazio secondo parametri differenti.

I collegamenti prospettici tra interno ed esterno nella stanza di Elisabetta Terragni.

I collegamenti prospettici tra interno ed esterno nella stanza di Elisabetta Terragni.

“L’assenza della presenza”, di Marta Laudani e Marco Romanelli, è una stanza simile a una “apparecchiatura sparpagliata” che esalta il rapporto tra nascondere e mostrare. La casa è vista come il “teatro della nostra quotidianità”.

“L’assenza della presenza”, di Marta Laudani e Marco Romanelli, è una stanza simile a una “apparecchiatura sparpagliata” che esalta il rapporto tra nascondere e mostrare. La casa è vista come il “teatro della nostra quotidianità”.

La stanza “Circolare Circolare” di Manolo De Giorgi è divisa in una serie di corridoi che liberano la circolazione fra le diverse funzioni di un’abitazione e invitano a muoversi attraverso questo spazio indefinito.

La stanza “Circolare Circolare” di Manolo De Giorgi è divisa in una serie di corridoi che liberano la circolazione fra le diverse funzioni di un’abitazione e invitano a muoversi attraverso questo spazio indefinito.

I corridoi della stanza “Circolare Circolare” di Manolo De Giorni, un progetto che vuole eliminare la rigida giustapposizione delle stanze nel loro “formato-tessera”.

I corridoi della stanza “Circolare Circolare” di Manolo De Giorni, un progetto che vuole eliminare la rigida giustapposizione delle stanze nel loro “formato-tessera”.

Duilio Forte traspone la sua visione dell’architettura come pratica artigiana e fantasiosa in “Ursus”, una casa-orso densa di soluzioni abitative originali che ha costruito con le sue mani, pensata per far provare un’esperienza abitativa minima in una zona zoomorfa.

Duilio Forte traspone la sua visione dell’architettura come pratica artigiana e fantasiosa in “Ursus”, una casa-orso densa di soluzioni abitative originali che ha costruito con le sue mani, pensata per far provare un’esperienza abitativa minima in una zona zoomorfa.

Con “la Vie en Rose”, Claudio Lazzarini e Carl Pickering indagano le potenzialità tecniche, estetiche ed etiche delle nuove tecnologie del fotovoltaico tramite lastre di vetro colorato che definiscono le pareti di una cellula abitativa minima.

Con “la Vie en Rose”, Claudio Lazzarini e Carl Pickering indagano le potenzialità tecniche, estetiche ed etiche delle nuove tecnologie del fotovoltaico tramite lastre di vetro colorato che definiscono le pareti di una cellula abitativa minima.

La stanza di Alessandro Mendini è una sorta di prigione, “un spazio mentale invalicabile” dove scontare l’ergastolo per “reato di ornamento”. È realizzata in laminato Abet, che Mendini indica come origine della sua ossessione decorativa

La stanza di Alessandro Mendini è una sorta di prigione, “un spazio mentale invalicabile” dove scontare l’ergastolo per “reato di ornamento”. È realizzata in laminato Abet, che Mendini indica come origine della sua ossessione decorativa

Pixel divenuti materia sono gli elementi costitutivi della stanza “Lift-Bit”di Carlo Ratti Associati, che presenta il primo sistema d’arredo connesso in Rete, una seduta modulare e riconfigurabile che sfrutta le tecnologie Internet of Things.

Pixel divenuti materia sono gli elementi costitutivi della stanza “Lift-Bit”di Carlo Ratti Associati, che presenta il primo sistema d’arredo connesso in Rete, una seduta modulare e riconfigurabile che sfrutta le tecnologie Internet of Things.

Con “La petite Chambre” Umberto Riva propone un suo personale Cabanon, il rifugio costruito da Le Corbusier in Costa Azzurra nel 1952. È un pretesto per riflettere sullo spazio essenziale per l’uomo.

Con “La petite Chambre” Umberto Riva propone un suo personale Cabanon, il rifugio costruito da Le Corbusier in Costa Azzurra nel 1952. È un pretesto per riflettere sullo spazio essenziale per l’uomo.

La stanza “D1” di Francesco Librizzi è uno spazio ellittico formato da recinti concentrici fatti di esili colonne di metallo colorato, un modo di raccontare la scoperta dello spazio domestico e il ruolo dell’architettura di mediazione tra paesaggio, spazio domestico e oggetti.

La stanza “D1” di Francesco Librizzi è uno spazio ellittico formato da recinti concentrici fatti di esili colonne di metallo colorato, un modo di raccontare la scoperta dello spazio domestico e il ruolo dell’architettura di mediazione tra paesaggio, spazio domestico e oggetti.

Disegni di De Giorgi che esemplificano il suo progetto per uno spazio fluido-continuo.

Disegni di De Giorgi che esemplificano il suo progetto per uno spazio fluido-continuo.

Disegno di studio del progetto “Ursus” di Duilio Forte.

Disegno di studio del progetto “Ursus” di Duilio Forte.


Loredana Mascheroni

Giornalista, pratica il design da sempre. Appassionata di arte contemporanea e architettura, lavora a Domus dal 1997 dopo un apprendistato decennale in riviste di settore e un esordio come giornalista TV che le ha lasciato un debole per le video interviste. Fa yoga e corre, per sciogliere le tensioni da tablet.


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