18 Maggio 2016
Siamo sulla costa atlantica della Nova Scotia, in Canada, al margine di un bosco, nel punto in cui uno dei tanti fiumi di questa regione selvaggia incontra il mare. È qui, su una collina, che lo studio MacKay-Lyons Sweetapple ha realizzato la piccola spa che va a integrare un progetto iniziato con la vicina House 22 e la sua guest house – completate nel 1998. Guardando questo blocco monolitico in legno, raggiungibile mediante un ponte sospeso su massi di granito, è subito evidente l’intenzione di costruire nel rispetto del luogo, del clima e delle risorse locali, in sintonia con i dettami del regionalismo critico. “Spesso si pensa all’architettura come a un elemento che usura il paesaggio. Io invece la considero un fattore di raffinata influenza che riesce a migliorare l’ambiente”, sostiene Brian MacKay-Lyons. Il centro benessere è pensato come un rifugio, separato dagli altri due edifici per offrire un panorama differente al di là delle vetrate: l’inizio della zona boschiva e un campo aperto, prima del mare. Ha una forma rigorosa, non spezzata da componenti funzionali, perché tutti gli spazi sono ricavati all’interno del perimetro della struttura, ed è interamente realizzato in legno di cedro chiaro, le cui tonalità si ritrovano nei pavimenti di cemento e nelle piastrelle del bagno. È da un piccolo portico quadrato di 2,5 metri per lato che si accede all’area principale, una palestra attrezzata e arredata come un ambiente domestico. Da qui, attraverso una porta a vetri, si accede a un altro portico, aperto sui campi, grazie al quale il confine tra interni ed esterni viene piacevolmente a sfumare. Sui lati est e ovest della stanza fitness ci sono due “scatole”: una contiene sauna, doccia e impianti meccanici, mentre l’altra comprende una panchina, il bagno, l’angolo cottura, impianti stereo e tv, un divano letto e una zona barbecue. Più che una spa, quindi, un’unità abitativa minimale improntata al benessere e costruita in armonia con il contesto.