15 Gennaio 2016
Mentre l’era digitale continua ad addomesticare la manualità, costringendola a gesti ripetitivi e standardizzati, un piccolo fronte di resistenza sembra muoversi in parallelo: i corsi di calligrafia spopolano e sempre più persone scelgono di dedicare del tempo alla pratica della “bella scrittura”, recuperando così quella libertà espressiva che distingue ciascun individuo. Ma la famiglia di penne e porta-mine Neri non costituisce soltanto l’affacciarsi di Internoitaliano, marchio orientato a connettere il design e il tessuto artigianale italiano, in un nuovo settore merceologico, quello della cancelleria. Progettata da Giulio Iacchetti, due volte Compasso d’Oro, Neri è realizzata da Parafernalia, attiva dal 1968 nella produzione di strumenti da scrittura, una categoria di oggetti in grado, secondo Iacchetti, di “esprimere al massimo l’essenza del design: raffinatezza, semplicità, archetipo di uno strumento tecnico, protesi della mano e della mente”. Ricavati da una bacchetta di alluminio pieno, tornita e forata, disponibili in tre varianti cromatiche e con una finitura superficiale ottenuta per anodizzazione e successiva sabbiatura, questi primi sei pezzi della collezione re-immettono nella quotidianità il piacere di un gesto di attivazione quasi nostalgico, dal momento che il posizionamento della mina e il refill della penna sono affidati alla rotazione di una vite in ottone, simile a quella dei compassi da disegno tecnico: qualcosa di cui molti, insomma, hanno fatto esperienza diretta nelle aule della scuola dell’obbligo, quando ancora non erano dotate di lavagna interattiva multimediale.